A Recco: I Fiumani festeggiano San Nicolò

6 dicembre 2016

Secondo la tradizione che si ripete ormai da un ventennio, anche quest’anno una cinquantina di fiumani si sono dati appuntamento a Recco presso il Ristorante “Da Alfredo” per festeggiare il San Nicolò che il 6 Dicembre portava i doni ai bambini buoni.

Instancabile organizzatrice Licia Pian, che poi al 15 Giugno fa il bis per ricordare i Patroni della città e cioè San Vito e Modesto. Oltre agli ottuagenari, molto festeggiata l’ultima arrivata Camilla Molinari di 5 mesi, busallese di Ventimiglia in braccio al bisnonno Ennio Celli. Amelia Resaz, arrivata da Bari, ha ricordato le usanze della tradizione austroungarica del Santa Klaus, nome che deriva dal latino Sanctus Nicolaus. Nella settimana che precedeva la ricorrenza i negozi di giocattoli erano sempre pieni di clienti e alla vigilia ingaggiavano un proprio San Nicolò, che appariva sul balcone addobbato con il piviale di colore rosso, la mitra e il pastorale, per esporre ad una folla di bambini uno ad uno i giocattoli, e tutti gridavano “A me, a me” per farsi notare. Talora col dito San Nicolò indicava il bambino al quale l’avrebbe portato provocando innocenti baruffe tra i piccoli spettatori.

E’ stato anche ricordato il primo San Nicolò del dopoguerra del 1945 quando gli studenti delle Scuole Medie di Fiume presero l’iniziativa di trascorrere quella importante giornata in letizia fuori dalle aule scolastiche. Così gli studenti di tutte le scuole superiori aderirono alla proposta e “festeggiarono” il San Nicolò fiumano recandosi in comitiva sulle alture, nei ritrovi agresti della domenica o a giocare alle boccine nei caffè. Fu uno sciopero? una serrata? Certamente non fu un atto politico. Ciononostante le Autorità titine mobilitarono gli operai dei Cantieri Navali e del Silurificio che furono mandati a reprimere quel “gesto reazionario” considerato come sciopero capitalista. L’Ordine popolare fu facilmente ristabilito anche se a qualcuno capitò di subire violenze o trovarsi buttato a mare nelle acque del Porto con indosso il cappotto che gli impediva di nuotare.

Altri 23 studenti – considerati i promotori – vennero espulsi dalla scuola perché Nemici del Popolo.